Rubrica Frutti Tropicali: Mango e Papaya
Benefici, controindicazioni e consigli per un consumo consapevole
Di Rolando Bolognino e Lucilla Ciancarella
Il mondo dei frutti tropicali è un universo di colori vivaci, sapori esotici e profumi inebrianti. Spesso questi frutti risultano sconosciuti, arrivati da terre lontane dove il sole e il clima offrono coltivazioni uniche. Partendo dall’ananas, dal mango, dalla papaya e scoprendo frutti inusuali, ognuno ha le proprie caratteristiche nutrizionali e peculiarità, ed anche insidie nascoste, come il pompelmo.
Perché frutti tropicali?
L’aggettivo tropicale fa riferimento proprio all’area geografica, delineata dal tropico del cancro e del capricorno, posizionato a nord e sud dell’equatore, anche se non tutti i frutti tropicali sono coltivati in questa fascia di terreno. È interessante notare che molti frutti ormai radicati nella coltivazione italiana ed europea hanno origini tropicali, ma la loro importazione è talmente antica da averne perso memoria. Ebbene, frutti come pesche, albicocche, kiwi, mele, pere, melograno e agrumi non sono originari del bacino del Mediterraneo, ma hanno fatto un lungo viaggio per arrivarci. In generale, i frutti tropicali rispecchiano le caratteristiche della frutta comune, presentando un sapore acidulo e dolce e fornendo una buona quota di fibre solubili e insolubili, nonché un adeguato apporto di zuccheri, vitamine e minerali. Tuttavia, alcune tipologie di frutta esotica hanno un maggiore quantitativo di grassi, specialmente grassi saturi, e per questo, dal punto di vista organolettico e nutrizionale, sono più assimilabili alla frutta secca: fra questi si ritrovano avocado, cocco e durian.
Ma cosa racchiudono realmente questi colorati scrigni tropicali?
Mango
Il mango è il frutto della Mangifera indica, pianta appartenente alla famiglia delle Anacardiaceae, originaria del Sudest asiatico e oggi coltivata, nelle sue numerose varietà, in diverse parti del mondo. Attualmente il principale produttore di mango è il Messico, anche se in Italia si stanno diffondendo diverse coltivazioni. A seconda della varietà del frutto è possibile ritrovarlo sia in estate che in inverno. Si presta per essere consumato fresco, sotto forma di frullati e dessert, in accompagnamento ad insalate o come ingrediente principale di piatti salati. Il mango è un eccellente fonte di vitamina A, in quanto un frutto di 200g ne contiene circa 54mg, fornendo approssimativamente il 35% dell’apporto giornaliero raccomandato. È risaputo che la vitamina A e i suoi precursori supportano il funzionamento del sistema immunitario, combattendo le infezioni, inoltre è una componente fondamentale della rodopsina, pigmento dell’occhio che favorisce l’adattamento alla luce. Questo frutto dal colore acceso offre un ulteriore supporto al sistema immunitario e alla salute della pelle grazie all’alto contenuto di vitamina C. Da non trascurare la presenza di composti come la quercitina e l’acido gallico dall’alto potere antiossidante, svolgendo una funzione di protezione contro lo stress ossidativo.
Insidie sotto la buccia: il mango non sempre è alleato della salute poiché ha un alto contenuto di ossalati, che possono contribuire alla formazione di calcoli renali in soggetti predisposti. La notevole concentrazione di zuccheri semplici può portare ad un rapido innalzamento della glicemia, causando alterazioni in soggetti insulino resistenti o diabetici. L’assunzione del mango può interferire con l’azione di particolari enzimi, come il citocromo p450 che svolge un ruolo cruciale nel metabolismo dei farmaci. Fra i principi attivi che possono subire delle interferenze da parte di questo frutto il più comune è il warfarin (anticoagulante).
Papaya
La papaya è il frutto della Carica papaya, pianta appartenente alla famiglia delle Caricacee, che affonda le sue radici in America centrale. La sua coltivazione rimane confinata soprattutto nelle regioni tropicali e subtropicali, come Indonesia e Brasile. Dalla caratteristica polpa morbida e dai semi, ai quali sono attribuite proprietà antiparassitarie, si presta ad essere consumata fresca o sottoforma di frullati o preparazioni a base dei suoi semi. La papaya rappresenta un’ottima fonte di vitamina C, con un apporto di circa 150mg per frutto, e di carotenoidi, fra cui il licopene, che svolgendo un’azione antiossidante, protegge la salute cardiovascolare. Diversi studi hanno inoltre dimostrato come un consumo moderato di papaya possa diminuire il rischio di insorgenza del cancro del colon. Questo frutto è una fonte di flavonoidi e, se immatura, di papaina, un enzima dall’attività proteolitica che facilita i processi digestivi e un’azione antinfiammatoria.
Insidie sotto la buccia: sebbene i semi della papaya abbiano proprietà antiparassitarie, contengono sostanze alcaloidi, come le carpaine, che in dosi elevate possono avere effetti tossici sul sistema nervoso. La papaya nasconde al suo interno la chitinasi, una proteina che può innescare delle reazioni allergiche crociate, specialmente in soggetti allergici al lattice. Attenzione ad un consumo eccessivo, l’alto contenuto di fibra, in associazione alla papaina, potrebbe provocare crampi e dolori addominali.